Instagram: finzione vs realtà.
Da qualche tempo ho iniziato a lavorare nelle scuole come docente, qualcosa che mi sta dando davvero tanto perchè è ciò che desideravo da tanto tempo ma soprattutto che mi riempie di orgoglio ogni giorno, nonostante la stanchezza e le lezioni preparate tra una riunione, una lezione e un viaggio, vedere come le persone cambiano giorno dopo giorno grazie alla potenza del gruppo e della voglia di sapere, mi riempie.
Dicevo che sto scoprendo le nuove generazioni sempre di più, ci passiamo dieci anni o poco più eppure siamo molto distanti. Mi riferisco ai vent’enni, a persone nate dal 2003 in poi. Penso a come usavo io Facebook e come loro neanche sappiano cosa sia. Penso a Twitter usato per la comunicazione libera e visibile, a YouTube con i video sgranati delle vacanze in compagnia, a Flickr per postare le foto quelle fatte bene, a un’altra miriade di social che al momento non mi vengono neanche in mente.
Oggi mi vorrei focalizzare su Instagram che è stato per me, da 12 anni a questa parte, fonte di aggiornamento, cazzi degli altri, incontri casuali e un’evoluzione di una piattaforma che è diventata sempre di più fondamentale nella vita di tutti. Perchè, come mi piace dire sempre, internet è il posto in cui le cose accadono e non più quello in cui ce le raccontiamo e basta - questo vuol dire che se su Instagram leggo che Pippicalzelunghe si è fatta la permanente, diventerà per me una fonte affidabile così come lo era un tempo sentire dalla Cesara Buonamici al TG5 qualunque cosa. L’Italia pendeva dalle sue labbra, così come ora orde di adolescenti e un po’ chiunque, pende dalle labbra di internet. Cosa rende affidabile qualche pagina o personaggio pubblico? Il seguito, i followers, la fan base. Che sia comprata o meno, non importa.
Curioso per me pensare al concetto di finzione e realtà perchè sono sempre stata abituata ad essere me stessa ovunque, con i suoi pro e suoi contro, e per me la finzione afferisce ad un mondo immaginario per certi versi migliorativo ma sicuramente che non sono io. Grazie ai miei studenti mi sono imbattuta nel concetto di account Finsta e ne sono rimasta colpita, ammaliata e sconvolta allo stesso tempo. Un account Finsta è un account "fake Instagram" (da cui il termine "Finsta") che le persone, soprattutto i giovani, creano come una sorta di profilo secondario o privato su Instagram. A differenza dell'account principale (chiamato spesso "Rinsta," da "real Instagram"), il Finsta è utilizzato per condividere contenuti più personali, autentici o informali, spesso con un gruppo ristretto di amici fidati.
dite quindi l’account fake è quello con cui mostrate il vostro vero voi?
Nel mondo dei social media, il fenomeno del Finsta (fake Instagram) non è soltanto una tendenza, ma riflette un bisogno psicologico profondo di equilibrio tra autenticità e conformità sociale. Gli adolescenti, e sempre più spesso anche i giovani adulti, scelgono di gestire (almeno) due account distinti: il Rinsta, pubblico e curato, e il Finsta, privato e riservato. Questo dualismo esprime il desiderio di conciliare l’immagine ideale di sé con la necessità di avere uno spazio più intimo e libero.
Sul profilo principale, il Rinsta, i ragazzi si sentono sotto pressione per mostrarsi nella loro versione migliore. Le foto devono essere esteticamente perfette, i post attentamente selezionati e i contenuti pensati per ottenere l’approvazione sociale attraverso “mi piace” e commenti. Questo contesto genera una sorta di competizione silenziosa e una paura costante di essere giudicati se non si rispettano le aspettative degli altri. Il Rinsta diventa così una vetrina in cui i giovani proiettano un’immagine idealizzata di sé stessi, spesso sacrificando l’autenticità a favore della conformità. Questo processo può causare stress e ansia, trasformando la partecipazione ai social media in una performance continua.
Dall’altro lato, il Finsta rappresenta un rifugio sicuro, lontano dalle pressioni e dall’attenzione di un pubblico ampio. In questo spazio privato, accessibile solo a pochi amici fidati, i giovani possono esprimere liberamente le loro emozioni, condividere esperienze personali e pubblicare contenuti più spontanei e meno filtrati. È un luogo dove si sentono liberi di essere autentici, senza preoccuparsi di giudizi esterni. Spesso il Finsta diventa uno strumento per sfogarsi emotivamente, raccontare insicurezze o semplicemente pubblicare foto imperfette che non troverebbero spazio sul profilo principale. Questo rappresenta una ribellione contro le aspettative imposte dai social media, consentendo ai ragazzi di esplorare le diverse sfaccettature della propria identità in un contesto protetto.
La coesistenza di Rinsta e Finsta riflette la tensione tra due bisogni fondamentali: da un lato, la ricerca di accettazione sociale e di riconoscimento da parte del gruppo, dall’altro, il desiderio di autenticità e di espressione personale. Questa divisione può essere vissuta come un compromesso necessario per affrontare le pressioni dell’era digitale. Tuttavia, sebbene il Finsta possa essere uno strumento utile per ridurre lo stress, solleva alcune problematiche. Il fatto di dover frammentare la propria identità in due mondi separati potrebbe portare a una difficoltà nel vivere l’autenticità in maniera integrata. Inoltre, anche il Finsta potrebbe trasformarsi in una nuova fonte di ansia se si inizia a dare eccessiva importanza all’interazione o all’approvazione, come accade per il Rinsta.
Quello che penso è che per aiutare i giovani a vivere un rapporto più sano con i social media, è fondamentale promuovere un dialogo aperto sull’uso consapevole di queste piattaforme, incoraggiandoli a essere autentici senza paura di giudizi. Parlo di questo in classe con i ragazzi e anche dell’importanza di creare spazi sicuri offline dove possano esprimersi liberamente è altrettanto importante per contrastare la pressione sociale online. Il fenomeno del Finsta, è molto di più di un semplice trend. Diciamo che offre uno spaccato significativo delle sfide psicologiche vissute dalla generazione connessa. Che sia perchè non vogliono far vedere ai recruiter le loro foto con i filtri o i racconti dei sabati sera in discoteca, o che sia per altri motivi è necessario sostenere i ragazzi nella costruzione di un’identità forte e integrata, sia online che offline. Sembra difficile, eppure, costruire un dialogo è sempre la soluzione sana.
Io: Genera l'immagine di pippicalzelunghe con la permanente
ChatGPT: Ecco l'immagine generata di una versione ispirata a Pippi Calzelunghe con una permanente! 😊